Colin St John Wilson

June 14th, 2007


14 march 1922 – 14 may 2007
Ho incontrato per la prima volta Sandy Wilson circa dieci anni fa, fino ad allora era stato per me solo un personaggio della storia dell’architettura degli anni cinquanta e sessanta, uno del gruppo di quei fantastici britannici che in quegli anni scmpigliava la classicità del moderno. L’ho conosciuto in occasione di un progetto editoriale sviluppato insieme, la monografia dell’Electa su Sigurd Lewerentz di cui lui aveva studiato già molti anni prima l’opera. Un catalogo edito nel 1986 dalla AA raccoglieva infatti le sue riflessioni sul lavoro del maestro svedese.


Straordinaria personalità, per intelligenza, preparazione, energia e generosità, è diventato per me un esempio e un modello di comportamento: docente e professionista, studioso e critico, conferenziere e saggista, in ogni campo ha sempre mantenuto alto il profilo del suo impegno culturale e sociale.
Avevo in mente di scrivergli perché i primi di maggio mi aveva fatto recapitare il paper-back di “The Other Tradition”, una sua raccolta di saggi andata persa per la voracità di novità della pubblicistica contemporanea. Preso dalla frenesia del quotidiano, ho rimandato fino ad oggi, quando un amico mi ha informato della sua scomparsa avvenuta ormai un mese fa.
E’ triste scrivere a qualcuno a cui ci si sarebbe voluti rivolgere ma che ora non c’è più.

dear Sandy,
thank you very much for the book; I am really glad you did remember I was interested in this edition. We had a long discussion in Avila (at the Lewerentz symposium in 2005) and I was waiting for the book since then. Now I have it in my hand, but I cannot discuss any more about it with you. And this is really sad. Anyway, both your books, The Other Tradition and Architecture Riflessions, are on my favourite bookshelf: the one I always consult when writing or preparing lectures.

Thank you so much,
Yours, gennaro

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