addio ad un grande collega – ricordo

March 25th, 2014

A un anno dalla scomparsa pubblichiamo nuovamente per ricordare.

Al politecnico siamo in tanti a insegnare: ci sono molti docenti bravi, ma di docenti speciali ce ne sono davvero pochi, anzi pochissimi. Anche per me che al politecnico insegno con passione e rabbia. Non farò nomi se non di quello che ci ha lasciato molto prematuramente oggi, 25 marzo 2013. Un collega dotato di un particolare talento nello sviluppare riflessioni critiche che sapientemente sapeva trasformare in seduttive e colte lezioni per gli studenti dei suoi corsi. Una modalità di pensiero laterale sempre spiazzante, acuta e precisa. Di solito lasciava senza parole i suoi interlocutori perché non erano in grado di star dietro alle sue accelerazioni di senso… e di questo sapere gli studenti si nutrivano, coltivando un amore per il lavoro e lo studio che in tanti anni non ho visto altrove, neppure nei miei corsi, e lo ammetto con un misto di invidia e riconoscenza. Perché davanti all’intelligenza degli altri, quando è manifesta pura e schietta bisogna sapersi riconoscere limitati senza per questo sentirsi umiliati o puniti.

Elegante nel portamento e nello sguardo, eccentrico in alcune scelte, ha rappresentato per tanti anni una felice eccezione in un sistema che non ne ammette per definizione. La vita ce lo ha tolto, se l’è portato via, sottraendolo prematuramente agli affetti della sua famiglia, prima ancora che ai nostri di studenti e colleghi di lui innamorati sempre. Lì dove ora è andato sono sicuro allieterà altre anime col suo spirito che non conosce ostacoli e che non si rassegna davanti ad alcuna realtà, neppure quella dell’aldilà.

L’ultima volta che l’ho visto, questo autunno, con passo leggero quasi di danza – come se accarezzasse la terra – si allontanava dalla nostra scuola; di spalle e con la sua grande cartella in mano. Un po’ piegato per contrastarne il peso. La sosta da Aldo a rovistare tra i libri esposti sulla panchina e poi via, morbido, è sparito per sempre dietro l’angolo di via Bonardi. Non avevo avuto il coraggio di salutarlo, per non metterlo in difficoltà… o forse per non sentirmi in difficoltà. Ma quell’apparizione mi era sembrata di buon auspicio mi aveva fatto sperare in un suo presto rientro. E invece da quell’angolo non ha mai più fatto capolino.

Decio, mancherai a tutti, anche a quelli che non ti hanno mai incontrato.

 

ps:

http://diegoterna.wordpress.com/2013/03/27/di-stagioni-e-di-giovani-manzi-un-ricordo-di-decio/

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